Insolita ma affascinate la mostra di dipinti aborigeni contemporanei in corso alla galleria Isarte di Milano. Insolita perché questo straordinario movimento artistico, fra i più interessanti degli ultimi decenni, non finisce di stupire per la sua inesauribile vitalità. Affascinante perché la pittura aborigena contemporanea nasce nel 1971, l’anno in cui Geoffrey Bardon, un insegnante di educazione artistica di Sydney, riesce a convincere gli abitanti della piccola comunità aborigena di Papunya Tula, nel deserto dell’Australia centrale, a raffigurare i loro simboli (forse i più antichi del mondo) con le tecniche della pittura occidentale. Così un’arte che usava come base la sabbia e il corpo umano, disperdendo così le opere, viene “fissata” e dà vita, o meglio ri-dà vita a un movimento pittorico inarrestabile che dal piccolo villaggio di Papunya Tula dilaga coinvolgendo in moltissime comunità aborigene, e formando persino delle “scuole” artistiche che ben si distinguono le une dalle altre.
La mostra I colori del deserto (fino al 24 maggio) presenta un’accurata selezione di circa venti dipinti di qualità, provenienti dal deserto australiano, eseguiti da quattordici artisti indigeni (di cui nove donne e cinque uomini) appartenenti a diverse comunità.
Bello, tutto! Articolo, gioielli e…dipinti!
Grazie Anna, giovedi’ e’ in programma la 2a parte di questo interessante articolo ….. e non smettere di seguirci!!!! 🙂