Subito prossima la sede assegnata del Cigno
che Giove in persona nel cielo volle creare,
prezzo della bellezza con la quale sedusse l’amante
quando il dio discese mutato nelle sembianze del niveo uccello
e insinuò il voluminoso corpo in grembo alla fidente Leda.
Anche ora, rivestito di stelle, vola sulle ali distese.
Così il poeta latino, Marco Manilio, padre dell’astrologia, descrive la costellazione del Cigno nel suo Poema Sugli astri, rifacendosi all’antico mito secondo il quale Zeus, innamoratosi di Nemesi, si trasformò in un cigno bianco e si accoppiò con lei, che generò due uova.Da un uovo sarebbero usciti i Dioscuri, Castore e Polluce, mentre dall’altro Elena e Clitennestra.