Il gioco da tavolo riproduce infatti in miniatura il gioco del calcio: le squadre sono composte da undici giocatori appoggiati ad una piccola base semisferica che permette, con un “tocco a punta di dito” di spostarli e di calciare una sfera in plastica.
Il portiere viene invece manovrato dal giocatore con un’apposita asticella.
Insomma, le regole di Subbuteo sono adattate ma del tutto simili a quelle del regolamento sportivo calcistico reale.
Esistono inoltre edizioni “storiche” del gioco (prodotte in Gran Bretagna negli anni cinquanta del XX° secolo) anche per il rugby, il cricket, l’hockey su prato, il baseball e il calcetto.
Il Subbuteo è nato in Gran Bretagna nel 1947 dall’idea, pensate un po’, dell’ornitologo Peter Adolph che lo voleva chiamare The Hobby; il termine in inglese significa “passatempo”, ma è anche una specie di falco diffuso in Europa, il lodolaio.
Dal momento che il termine “Hobby”, secondo l’Ufficio Brevetti inglese, non era registrabile, l’inventore del gioco prese in prestito parte del nome scientifico: quello di Falco subbuteo.
Il gioco ha ancora oggi molti fan: in Italia esiste un movimento organizzato, detto “Old Subbuteo“, che utilizza materiali originali degli anni 70 – 80 e la Federazione Italiana Sportiva Calcio da Tavolo (FISCT) a partire dal 2013 ha creato un circuito denominato “Subbuteo” nel quale è possibile gareggiare con materiali dell’epoca o repliche.