Fin dall’antichità, aprile era visto come il mese della rinascita della natura dopo il lungo letargo invernale, durante il quale la terra presenta le prime preziose fioriture, offrendosi nel contempo nelle condizioni migliori per essere arata e seminata. Non a caso, leggenda vuole che in questo periodo Romolo tracciasse con l’aratro i confini della “città eterna” che prenderà da lui il nome.
Rispetto al mese precedente, il clima si presenta tradizionalmente più mite, con giornate più lunghe ed esposte alla luce solare, ma con un’elevata piovosità.
Come suggerisce l’antico proverbio «Quando tuona d’Aprile buon segno per il barile», nella civiltà contadina un aprile abbastanza piovoso significava ottenere un abbondante raccolto.
La volta celeste vive il passaggio dalla distesa di stelle luminose tipiche del cielo invernale, a un panorama stellato meno luminoso e orfano della scia della Via Lattea.
In questa fase la stella Sirio, protagonista del periodo invernale, lascia gradualmente il posto a Vega, l’astro più luminoso del cielo estivo.