Presa da tanto entusiasmo, Gina non si era accorta che sul suo guscio infreddolito, (ma lei, dentro stava al calduccio), si era posata una farfalla. Era bella, molto bella, e colorata più di quelle che aveva visto fino ad allora.
La farfalla aveva le ali leggere e sotto il peso della neve faticava a tenerle aperte e volare; perciò si stava riposando sulla tartaruga. Andrà lentamente, si era detta, ma intanto mi faccio un riposino.
Non aveva fatto i conti con la curiosità della tartaruga che, non appena la vide, cominciò a farle domande.
La farfalla lì per lì non aveva voglia di rispondere a poi cominciò a divertirsi: la conversazione con la tartaruga procedeva e mentre la tartaruga camminava, e chiacchierava, lei se ne stava tranquilla, adagiata sul guscio ad ammirare il paesaggio. Le sembrava di stare su una carrozza.
Intanto era passata una giornata e la luna apparve nel cielo. Sembrava una palla luminosa sprofondata nel blu. La tartaruga alzò gli occhi per ammirare quella meraviglia. Restò a bocca aperta: quel viaggio le piaceva proprio! Pensò che fosse meglio fermarsi a riposare. Decise allora di scavare una buca per ripararsi. La farfalla la salutò e volò via, mentre lei piano piano, si infilò nella buca.